Il futuro del libro sono i videogame

Nei meandri del web ho ripescato non so bene come e perché un vecchio articolo del 2013 di Bob Stein intitolato “The Future of the book is the Future of society” (A questo link l’edizione italiana apparsa su la Lettura del Corriere mentre a quest’altro link la versione inglese pubblicata su Medium). Un articolo di due anni fa che contiene ancora però molti spunti interessanti e attuali.

In questo breve articolo Stein riesce a condensare molti degli aspetti più decisivi dell’evoluzione del libro, da quella di libro come luogo alla ridefinizione del ruolo di autore e pubblico. Insieme a questi aspetti però ce n’è uno che secondo me merita un approfondimento maggiore, un aspetto molto spesso ignorato nei lunghi e noiosi dibattiti sull’editoria ma che rappresenta la vera svolta radicale del mondo editoriale: il libro come luogo di socialità.

Il superamento, quindi, del paradigma della lettura come attività solitaria, silenziosa, unidemensionale e unidirezionale per arrivare invece all’esatto opposto: alla lettura intesa come conversazione, dialogo, confronto, nella quale non ci sia un unico definito messaggio ma molti e sempre nuovi, nella quale si superi il muro di parole tipico della carta stampata per abbracciare anche i video, le immagini, e molto altro ancora.

In poche parole per Stein il modello di riferimento del libro dovrebbero essere le pagine web o meglio ancora i videogame.

Teniamo d’occhio i giochi

Se pensate che queste trasformazioni si applichino solo alla saggistica, vi invito a considerare i grandi giochi multiplayer (di cui ci occupiamo a pagina 20 della «Lettura» ndr), come World of Warcraft, come esempi della narrativa del futuro, in cui l’autore descrive un mondo e i giocatori/ lettori scrivono lo svolgersi della vicenda mentre giocano. L’era della stampa iniziò nel 1454, ma ci vollero più di duecento anni perché nascesse una forma riconoscibile come «romanzo». E ci volle ancor di più perché entrassero in scena giornali e riviste. Proprio come Gutenberg e i suoi colleghi cominciarono riproducendo i manoscritti illustrati, gli editori contemporanei stanno trasferendo i loro testi a stampa su schermi elettronici. Questo passaggio porterà dei preziosi benefici (possibilità di fare ricerche sui testi, biblioteche personali portatili, accesso attraverso il download da Internet, eccetera), ma questa fase della storia dell’editoria sarà transitoria. Con il tempo nuove tecnologie daranno luogo a nuove forme di espressione ancora da inventare e che nei decenni e nei secoli a venire domineranno il panorama dei media.

Il mio istinto mi dice che i produttori di giochi, i quali, a differenza degli editori, non sono condizionati dall’eredità di prodotti del passato, saranno in prima linea in questa trasformazione. La multimedialità è già la loro lingua, e stanno facendo enormi progressi nella creazione di comunità di milioni di giocatori. Mentre gli editori tradizionali devotamente trasferiscono la carta stampata sui tablet, i produttori di giochi abbracciano le immense potenzialità della Rete, ed entrambi inventeranno e definiranno le modalità di espressione che si imporranno nei secoli a venire.

Photo credit: Cross-stitch ninja / Foter / CC BY-NC-ND

Come promuovere un libro secondo Roberto Saviano

In un’intervista al Fatto quotidiano, nella quale l’autore campano discute di molte cose (dal ruolo dello scrittore nella società moderna alle inimicizie fra colleghi), Roberto Saviano ci regala una delle migliori sintesi sul lavoro degli uffici stampa in Italia.

Una semplice battuta posta in fondo all’intervista, ignorata dalla maggior parte dei lettori, ma che in realtà rappresenta una ottima sintesi dello stato dell’editoria italiana e di come molti editori non riescano ancora a comprendere in pieno la portata dei social network:

Spesso mi mandano il libro perché ne parli e se non lo faccio mi detestano. Mi è successo di trovarmi detestato da persone di cui non avevo scritto. Ma capita a molti. Detto questo, secondo me la recensione tradizionale serve a poco. Può succedere che un libro ti smuova qualcosa, e allora è giusto scriverne, ma è raro. Gli editori però dovrebbero sapere che oggi portano molta più attenzione i social network. Non post costruiti ad arte, ma una serie di post scritti da chi ha davvero apprezzato il libro da promuovere. Oggi il mestiere di ufficio stampa, nelle case editrici, dovrebbe cambiare completamente. Ma questa è un’altra, lunga, storia…

 

 

 

 

 

Photo credit: bram willemse / Foter / CC BY-NC-ND

Che cosa pensa Kobo dei lettori di ereader

Il lettore di ereader del futuro sarà ricco e appassionato; sarà un lettore forte; sarà multi-tasking; leggerà su molti dispositivi, dal cartaceo allo smartphone; sarà un grande appassionato di enhanced book.

Questa è la descrizione che se evince dalla lunga e interessante intervista rilasciata da Michael Tamblyn a Alessandro Magno per Il Libraio. Un lungo dialogo nella quale il CEO di Kobo mette a fuoco alcuni dei punti più interessanti e controversi del mercato editoriale.

Da un piccolo mercato come quello italiano si fa fatica a comprendere la portata e la diffusione dell’ebook, il suo impatto economico e culturale, altra cosa è farlo dal Canada ed essendo il capo della seconda azienda di ereaders del mondo. Tamblyn è la persona migliore per capire il mercato degli ebook.

Da tutta l’intervista ho messo in evidenzia quattro punti. Sono quattro annotazioni che secondo me contengono una perfetta descrizione del mercato editoriale digitale e non solo:

  • Chi legge gli ebook:

se da una parte guardiamo il mercato ereader e dall’altra il mercato dei device multifunzione (smartphone, phablet, tablet…) vediamo che l’ereader attrae i lettori forti: quelli che hanno l’esperienza di lettura dei libri al centro della loro vita e che leggono, ad esempio, due libri a settimana.

  • Ebook solo per ricchi appassionati

Allo stesso modo di chi è appassionato di musica, e investe in impianti stereo ad alta fedeltà, o di chi è appassionato di sport, e investe in attrezzature specializzate, chi ama i libri e li usa molto cerca la migliore esperienza di lettura possibile. Non a caso, quando qualche anno fa nel nostro settore si diceva che gli ereader erano destinati a divenire via via sempre più economici, noi a Natale abbiamo lanciato un prodotto premium, Aura H2O, che vendette molto bene, perché le persone che hanno la lettura come primaria fonte di intrattenimento o approfondimento cercano la migliore esperienza di lettura possibile.

  • Il valore del multidevice

È interessante notate che i clienti che generano maggior valore per Kobo sono quelli che utilizzano più device, e usano l’ereader quando sono a casa, ma leggono su uno smartphone a largo schermo quando sono in movimento, magari perché vogliono continuare a leggere un libro che li sta prendendo molto e hanno mezz’ora di tempo mentre si spostano in metropolitana. In questi casi, con uno smartphone a schermo ampio i lettori forti possono leggere anche in momenti in cui prima non potevano farlo.

  • Il futuro sarà degli enhanced book

una cosa che sicuramente non ha avuto successo sono stati i tentativi di prendere un testo, ad esempio un romanzo scritto in maniera tradizionale, e aggiungere a quel testo elementi di interattività. Gli enhanced ebook potrebbero essere interessanti solo se fossero pensati fin dall’inizio, utilizzando le potenzialità del mezzo. Ma la verità è che non abbiamo ancora visto un enhanced digital bestseller, forse perché nessun autore di rilievo ha provato a creare un’opera utilizzando tutte le potenzialità dei nuovi strumenti. Ma non è detto che questo non accada nei prossimi anni. In fondo, siamo davvero all’inizio della rivoluzione digitale in questo mercato, e tutti gli scrittori attuali sono precedenti alla diffusione dell’ebook. Fra qualche anno, quando le nuove generazioni di scrittori saranno “native digitali”, vedremo come utilizzeranno lo strumento.

Photo credit: Gianni Dominici / Foter / CC BY-NC-SA

17 domande per migliorare la tua campagna di content marketing

Come impostare un progetto efficace? Quali canali devo utilizzare? Che tono devo usare? A chi mi rivolgo?

Queste sono solo alcune delle domande che ogni social media manager si pone prima impostare il proprio lavoro online. Lo svariato numero di strumenti disponibili, le differenze di stile e di tono, unite alla complessità sempre più vistosa del pubblico a cui si cerca di rivolgere, rendono la programmazione di una campagna marketing una delle attività più difficili che ogni editore deve compiere. Continua a leggere 17 domande per migliorare la tua campagna di content marketing

Cosa vuol dire leggere oggi?

Alcuni giorni fa su Internazionale ho letto questo articolo di Nadia Terranova in cui si commenta l’ultimo libro di Giusi Marchetta Lettori si cresce. Un passaggio in particolare ha colpito la mia attenzione:

Giusi Marchetta, nel suo libro irriverente e per niente buonista, spazza via molti luoghi comuni sulla lettura e spiega che non è vero che i ragazzi di oggi non leggono, semplicemente leggono quello che vogliono. In effetti, non si tratta mai di libri: leggono per ore status Facebook, messaggistica, prime pagine di Google. Non è che la lettura non sia contemplata, è che per loro la lettura è quella. Pensando all’episodio in treno, mi sembra ovvio che non sta parlando solo degli under diciotto.  

I ragazzi leggono, leggono molto, solo che non leggono quello che la società vuole.

È un breve stralcio ma che molto efficacemente sintetizza lo situazione attuale delle lettura nella nostra società. Che cosa vuol dire leggere, oggi? Continua a leggere Cosa vuol dire leggere oggi?

Il 25 Aprile con Storify e Luigi Meneghello

In onore del 25 Aprile vi segnalo questo splendido lavoro di Rizzoli su Storify. Per celebrare la Liberazione d’Italia la casa editrice milanese ha realizzato uno story-board sul capolavoro di Luigi Meneghello I piccoli maestri. Continua a leggere Il 25 Aprile con Storify e Luigi Meneghello

Il Giro d’Italia di Nicola Lagioia

Abbiamo assistito spesso a conferenze, dibattiti o seminari, letto articoli o editoriali, sul futuro e la crisi dell’editoria italiana, sulla scomparsa dei lettori, sul baratro in cui versa l’Italia della cultura, ma nessuno di essi era mai riuscito ad avere la forza espressiva ed emotiva di questo articolo di Nicola Lagioia: Giro in Italia in ottanta librerie. Continua a leggere Il Giro d’Italia di Nicola Lagioia

I tre principi di Jane Friedman: ovvero “La più grande opportunità per gli editori”

Questa settimana vi lascio con un video. Un breve ma esauriente filmato prodotto dalla bravissima Jane Friendman.

Durante l’ultima Hachette Book digital conference, Jane è riuscita ad esemplificare in maniera mirabile quali sono le tre maggiori opportunità per gli editori tradizionali nell’editoria di oggi: Continua a leggere I tre principi di Jane Friedman: ovvero “La più grande opportunità per gli editori”